Non lo sapevate?
Sapevatelo!
(capitolo X)
Lo sapevate che la partita più lunga nella storia del baseball professionistico è durata 8 ore e 25 minuti, per un totale di 33 inning? E’ stata giocata nel 1981 tra le due squadre statunitensi dei Pawtucket Red Sox e dei Rochester Red Wings. Iniziata alle 20.30 del 18 aprile, venne sospesa alle 4.05 del mattino, alla fine del 32° inning e sul punteggio di 2 a 2. La sospensione fu ordinata dal Presidente della Lega, svegliato dalla telefonata di un dirigente dei Pawtucket. Tutto questo avvenne perché l’arbitro capo dell’incontro aveva con sé una copia del Regolamento che, per errore, non riportava la regola che prevedeva la sospensione delle partite in parità all’una del mattino… Alle 4 del mattino, dei 1.740 spettatori iniziali ne erano rimasti 19, ognuno dei quali ricevette poi in dono un abbonamento a vita. L’incontro riprese il 23 giugno e durò soltanto 18 minuti: i Pawtucket Red Sox segnarono un punto e vinsero. (1)

Lo sapete come è fatta una palla da baseball? E’ formata da una dura sfera centrale di materiale composito sughero/gomma, attorno alla quale sono avvolti decine di metri di sottile filo di lana, e poi altrettanti di cotone e poliestere. Il tutto è racchiuso in due sezioni di pelle bovina cucite tra loro. Il peso della palla è di 145 grammi e il diametro di 7,5 centimetri. Le cuciture che tengono uniti i due pezzi di pelle sono 108, perché chi le inventò amava la matematica (108 = 2 alla seconda x 3 alla terza). Le cuciture sono notevolmente in rilievo, e costituiscono un’arma formidabile a disposizione del lanciatore. La loro presenza ha un doppio effetto: permette al lanciatore di posizionare le dita su di esse per imprimere una rotazione alla palla, e fa sì che la palla stessa, nel suo viaggio verso casa base, “si avviti” nell’aria e segua traiettorie astruse e difficilmente prevedibili. (2)

Lo sapevate che è meglio non parcheggiare l’auto vicino a un campo da baseball? (3)

Lo sapevate che il gioco del baseball è nato in Inghilterra? La prima testimonianza storica è contenuta in un libro di giochi per ragazzi stampato nel 1744. Il gioco si chiamava già “base-ball”, e prevedeva tre basi e non quattro; questo libro giunse nelle colonie americane nel 1762. La prima testimonianza storica del baseball nel continente americano risale invece al 1791, anno in cui nella città di Pittsfield, nel Massachusetts, venne emanata un’ordinanza che proibiva di giocare a baseball nel raggio di 80 yarde (circa 73 metri) dalla chiesa del paese. Evidentemente il pastore era stanco di sostituire i vetri della canonica… (4)

Lo sapete quanto tempo ha a disposizione il battitore per studiare dove passerà la palla, decidere che cosa fare ed eventualmente girare la mazza? Poco, molto poco, e questo spiega perché chi fa una buona battuta ogni tre turni è considerato un ottimo battitore. Nel baseball di alto livello, professionistico, un lanciatore arriva a tirare la palla a 160 chilometri all’ora. Sapendo che la distanza tra lanciatore e battitore è di 18,44 metri, quanto tempo impiega la palla ad arrivare sul piatto di casa base? Dài, fate voi il calcolo…… No? E allora ai pigri e ai negati per la matematica lo dirò io: quattro decimi di secondo. Poco, se considerate che in questi quattro decimi il battitore deve fare tre cose: vedere, decidere, girare la mazza. Per quanto riguarda le categorie giovanili, un dodicenne dotato può lanciare a quasi 100 chilometri all’ora, lasciando all’avversario circa 6 decimi di secondo per decidere e agire. (5)

Lo sapevate che una volta nel baseball si poteva eliminare il corridore tirandogli la palla addosso? Questo modo di eliminare l’avversario, che spesso provocava discussioni e zuffe in campo, fu soppresso nel 1845, quando a New York fu stampata la prima versione delle regole del gioco. La regola n. 13, infatti, affermava che il corridore poteva essere eliminato per toccata o per gioco forzato su una base (come oggi), e precisava che in nessun caso si poteva tirare la palla addosso al corridore. Ma 170 anni fa molte regole erano diverse dalle attuali; ne parleremo ancora. (6)
Bella mira, ma non l’hai eliminato. Adesso che l’hai steso, recupera la palla e toccalo.

Lo sapevate che la velocità non è l’unica arma a disposizione del lanciatore nella sua personale battaglia contro il battitore? In realtà, il lanciatore può imprimere alla palla tutta una serie di traiettorie, una più ingannevole dell’altra. A prima vista, la cosa pare impossibile, perché la vostra esperienza vi ha insegnato che, quando tirate un sasso a un amico (per così dire), questo va dritto come una retta di Euclide finché la forza di gravità non lo attrae verso il basso. E invece si può “giocare” con le traiettorie, perché le cuciture in rilievo della palla permettono al lanciatore di imprimerle una rotazione, e fanno sì che la palla stessa, nel suo viaggio verso casa base, “si avviti” nell’aria e segua una traiettoria curva più o meno accentuata. Così, oltre alla “dritta veloce” (fastball) ci sono le palle che curvano molto (curveball), che vanno dritte e poi cadono di colpo sul piatto (changeup), che curvano e cadono (slider), che vanno su e giù (knuckleball) e altre ancora. Se volete saperne di più, studiate aerodinamica al Politecnico o andate negli Stati Uniti, dove anche un lattante sa queste cose. (7)

Lo sapete chi è stato il giocatore di baseball più aggressivo di tutti i tempi? Ty Cobb, che giocò nella Major League americana dal 1905 al 1928. E’ stato uno dei battitori più grandi della storia del baseball: dopo quasi 90 anni, nessuno è ancora riuscito a superare il suo record di media battuta in carriera (.367). Ty Cobb, però, resterà per sempre famoso per la sua aggressività nella corsa sulle basi: il suo record di basi rubate in carriera (892) ha resistito per cinquant’anni, ma nessuno ha finora battuto il record di grandi rubate (54) (*) e di rubate in successione (seconda, terza e casa base) nello stesso turno in attacco (5). Lo stile di corsa di Cobb, che era una persona aggressiva e rissosa dentro e fuori dal campo, era considerato “eccessivo” anche in passato, quando le regole sulla sicurezza dei giocatori erano più permissive. (8)
(*) Per i neofiti del baseball, la “grande rubata” è un’azione molto difficile e spettacolare: il corridore in terza base corre a casa base mentre il lanciatore sta lanciando la palla, ovviamente proprio a casa base…


Lo sapete perché gli arbitri di baseball non si sono ancora estinti? Perché la loro specie si è evoluta per adattamento, come aveva teorizzato Darwin. (9)
1880: arbiter impavidus (estinto per lesioni diffuse)


1902: arbiter sopranus (estinto per impossibilità di riprodursi)
1934: arbiter permaflexensis (estinto per la vergogna)


2016: arbiter robocopiensis (vivente perché specie protetta)
Lo sapete che cosa sogna ogni notte un lanciatore di baseball? Il “perfect game”, la partita perfetta. Il perfect game è una partita in cui un unico lanciatore lancia per tutti i nove inning e nessun avversario riesce ad arrivare salvo in prima base; ovviamente la squadra avversaria non riesce a segnare alcun punto. Dal 1900 al 2014 nella Major League americana sono stati realizzati solo 21 perfect games su oltre 174.000 partite. Occorre comunque ricordare che un lanciatore non può ottenere una “partita perfetta” senza la “perfetta collaborazione” di tutti i difensori, che non devono commettere neppure un errore che consenta a un avversario di arrivare salvo in prima base. Se volete vedere un bel film sul baseball giovanile, procuratevi “The perfect game”, uscito nel 2009. E’ tratto da una storia vera, molto bella, che non vi racconto per non rovinarvi il piacere. Come potete comunque immaginare dal titolo, vedrete un perfect game lanciato da un ragazzino di dodici anni. (10)

Lo sapevate che il baseball si può giocare dappertutto? Oggi i giocatori sono molto esigenti sulla qualità dei campi: la zona in terra rossa deve essere perfettamente liscia, né troppo umida né troppo polverosa; all’esterno l’erba deve essere tagliata a una certa altezza e non devono esistere buche o avvallamenti; le recinzioni devono essere precedute dal warning track (la zona in terra grigia), e così via. Queste richieste sono sensate, perché qualsiasi irregolarità del campo può vanificare un’azione difensiva, pur se eseguita alla perfezione, o causare l’infortunio di un giocatore. Ma in passato, come oggi, gli appassionati si sono divertiti a giocare a baseball un po’ dappertutto. Guardate qui due estremi.

A New York, nel 1870, si giocava ad "Ice baseball". Mica facile!

Albert Spalding era un bel tomo, di cui parleremo ancora. Nel 1888 mise insieme due squadre di professionisti statunitensi con cui girò il mondo organizzando dappertutto partite dimostrative di baseball. Il 9 febbraio 1989 le due squadre giocarono sulla sabbia del deserto davanti alla piramide di Cheope, per poi farsi fotografare appollaiati sulla sfinge di Gizah. Da lì, vennero in Italia, dove si sfidarono davanti al Re Umberto I. (11)
Lo sapete che cosa provoca al vostro articolista uno sgradevole sommovimento di visceri? Sentir chiamare la panchina del baseball “dogout”. E’ uno dei miei difetti congeniti, e non posso farci niente. Ho sentito fior di giocatori e allenatori dire “dogout”, e ogni volta mi fa lo stesso effetto. La struttura in cui stanno i giocatori che non sono in campo (cioè la nostra “panchina”) si chiama “dugout” (pronuncia: dagaut), e cioè “scavato”, e non “dog-out”, cioè “cane fuori”... Il nome deriva dal fatto che, quando si iniziarono a costruire gli stadi del baseball negli Stati Uniti, lo spazio riservato ai giocatori venne scavato, in modo che la struttura non ostacolasse la vista agli spettatori. Ancora oggi in molti stadi la panchina dei giocatori si trova sotto il livello del terreno di gioco, anche se questa soluzione ha un brutto inconveniente: il dug out si allaga in caso di pioggia, come ben sa chi ha giocato ad Avigliana fino al 2006. Lo spazio in cui si riscaldano i lanciatori prima di entrare in partita si chiama invece “bullpen”, il “recinto dei tori”. Sull’origine di questa denominazione esiste una decina di teorie, il che significa che non lo sa nessuno. (12)
A destra in alto: l'attuale dugout di Fenwey Park, lo stadio dei Boston Red Sox. In basso: il dug out del campo grande di Avigliana nel 2003.
Lo sapevate che nel baseball esiste un certo numero di regole non scritte? In molti casi, si tratta di comportamenti da evitare perché mostrerebbero mancanza di rispetto per l’avversario. Questi comportamenti non sono proibiti dal Regolamento ufficiale del gioco, ma suscitano il biasimo dei giocatori, del pubblico e del mondo del baseball in generale.
Una prima regola dice: se una squadra è molto avanti nel punteggio i corridori non rubano più. Il concetto di “molto avanti nel punteggio” è soggettivo, e ognuno ha il suo; si va da un minimo di 5 punti (perché anche un fuoricampo a basi piene non consentirebbe il pareggio agli avversari) fino a 8 o 10. Ovviamente nella valutazione del caso specifico intervengono anche altri fattori, quali l’andamento generale della partita e quale inning si stia giocando. La simmetrica regola non scritta dice: non si ruba più se si è molto sotto nel punteggio. (13)



Al quinto inning, Oakland conduce per 12 a 0 sui Boston Red Sox: i corridori di Oakland non rubano più. Foto dedicata ai numerosi fans dei Red Sox presenti nelle fila di Avigliana Bees.
Lo sapevate che il baseball femminile è nato quasi contemporaneamente al baseball maschile? Nel 1845 venne fondato a New York il primo club di baseball maschile (i famosi Knickerbocker), e nel 1866 nacque la prima squadra di baseball femminile al Vassar College di New York. Nel 1094 Alta Weiss, di cui potete vedere una bella foto qui a fianco, divenne la prima giocatrice professionista di baseball, ingaggiata come lanciatrice anche da squadre maschili. Il termine softball venne coniato solo nel 1926, e le regole di questo gioco furono standardizzate ancora più tardi, nel 1934 (nella versione fast pitch).
In Italia siamo abituati alle equazioni maschi = baseball, femmine = softball, ma in molti Paesi non è così: esiste nel mondo un fiorente softball maschile, e un po’ meno diffuso baseball femminile. Le federazioni più forti e organizzate di baseball femminile sono presenti negli Stati Uniti, in Australia, in Giappone, in Canada e a Cuba. (14)

Sapete quale è stato il sindaco più famoso degli Stati Uniti e, forse, del mondo? Ne avrete senz’altro sentito parlare: Fiorello La Guardia. Figlio di un italiano di Cerignola emigrato negli Stati Uniti nel 1878, durante la prima guerra mondiale combattè nell’aereonautica americana, di stanza in Italia. Nel 1933 fu eletto sindaco di New York e mantenne la carica per dodici anni consecutivi, finché non decise lui di ritirarsi. Onesto ed efficiente, era stimato dai newyorkesi e da tutti i politici, sia democratici che repubblicani. Combattè duramente il gioco d’azzardo, la droga e la corruzione che si era instaurata nella pubblica amministrazione. Fece costruire uno dei tre aeroporti che servono New York, e che gli è stato dedicato. Durante la seconda guerra mondiale, furono famosi in tutto il mondo i suoi attacchi contro il nazismo. Per vendetta, i tedeschi internarono in un campo di concentramento la sorella e tutta la sua famiglia, che vivevano in Ungheria; solo pochi sopravvissero.Nella fotografia qui di fianco, scattata il 28 ottobre 1917 sul campo volo di Foggia, il capitano Fiorello La Guardia è l’uomo in camicia bianca che compila il line up per la sua squadra di baseball, che sta per affrontare quella diretta dal tenente Frost. (15)

Lo sapete che cos'è un "fungo" nel baseball e nel softball? Può darsi che, assistendo a un allenamento, abbiate sentito l'espressione "fungare agli esterni (o agli interni)", oppure un coach dire "passami il fungo". Il fungo è una mazza particolare, usata dagli allenatori per allenare la difesa, battendo ai difensori palle a terra o al volo. Il fungo è più lungo e leggero delle mazze da gioco, con un barrel più piccolo, e questo ha due vantaggi: consente un miglior controllo della palla battuta ed è meno fatico da usare (un allenatore può fungare anche più di 100 palle in un solo allenamento).
Vi chiederete perché gli italiani hanno appioppato a questa mazza il nome di "fungo", visto che non somiglia per niente a un porcino o a un'amanita.
Sorpresa: "fungo" è il suo nome americano (pronunciato naturalmente "fango"), che si suppone derivi dallo scozzese "fung", che significa tirare, scagliare. (16)

Mazza da gioco

Fungo
Diamo uno sguardo ad altre regole non scritte del baseball: se la squadra è molto avanti nel punteggio non fa più il bunt di sacrificio (la smorzata che sacrifica il battitore in cambio dell’avanzamento sulle basi dei corridori). Se per il lanciatore si sta avvicinando la possibilità di una no-hitter (nove inning lanciati senza concedere una battuta valida agli avversari, il che è un prestazione eccezionale), la squadra avversaria non fa il bunt: se vuoi rompere la no-hitter, fai un bella battuta valida. Mentre il lanciatore avversario effettua i lanci di riscaldamento per cercare la misura e la concentrazione prima dell’inizio dell’inning, il battitore aspetta senza andare nel box di battuta (azione non proibita dal regolamento). Se, mentre si è in attacco, si deve attraversare il campo (ad esempio per tornare nel dug out dopo un’eliminazione su una base), non si passa mai sul monte di lancio: il lanciatore si offende per questa invasione del “suo” spazio. (17)

Chi vi viene in mente se vi chiedono il nome di un famoso giocatore di baseball? Probabilmente Joe Di Maggio. Figlio di emigrati siciliani e ottavo di nove fratelli, Giuseppe Paolo Di Maggio giocò in Major League dal 1936 al 1949, sempre come esterno centro dei New York Yankees. Fu un ottimo giocatore, ma soprattutto un fenomeno mediatico. I mass media lo resero molto famoso negli Stati Uniti come battitore, e in tutto il mondo come marito di Marilyn Monroe per 274 giorni. Il suo mito persiste tutt’ora: quando canticchiate la famosa canzone “Mrs. Robinson” di Simon e Garfunkel, colonna sonora del film “Il laureato”, sappiate che l’ultima strofa è dedicata a lui. “Where have you gone, Joe Di Maggio? A nation turns its lonely eyes to you. What's that you say, Mrs. Robinson? Joltin' Joe has left and gone away. Hey hey hey..”. “Dove sei andato, Joe Di Maggio? Una nazione volge i suoi occhi desolati verso di te. Che cos'è che dici, signora Robinson? Il Grande Joe ha lasciato ed è andato via. Hey hey hey…” (18)


